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Annunciato il programma della 57ᵃ Mostra Internazionale del Nuovo Cinema

Tutti i film in calendario della prossima edizione del Pesaro Film Festival, a Pesaro dal 19 al 26 giugno.

Presentanto oggi alla Casa del Cinema di Roma il programma della 57a edizione della Mostra Internazionale del Cinema di Pesaro. Il Concorso Pesaro Nuovo Cinema – Premio Lino Miccichè prosegue nella piccola rivoluzione compiuta lo scorso anno e, sempre votato alla ricerca del ‘nuovo’ cinema, rimane aperto a tutti i formati e a tutti i registi, senza barriere d’età, di durata, di ‘genere’.

16 i titoli in concorso (una selezione sarà presente anche su MyMovies), a cominciare dal ritorno a Pesaro di Julien Faraut che, dopo aver vinto il Concorso nel 2018 con John McEnroe: In the Realm of Perfection, presenterà il suo nuovo The Witches of the Orient (prossimamente in sala con Wanted Cinema), dedicato alla famosa squadra di pallavolo femminile giapponese che dominò per tutti gli anni ’60, trionfatrice alle Olimpiadi di Tokyo 64, entrata nell’immaginario collettivo grazie anche alla serie animata Mimì e le ragazze della pallavolo, che ebbe anche in Italia uno straordinario successo agli inizi degli anni ’80. A proposito di sport, la passione per il calcio e le note di Notti magiche di Edoardo Bennato e Gianna Nannini, accompagnano la storia d’amore raccontata da Alexandre Koberidze in What Do We See When We Look at the Sky?, dal concorso dell’ultima Berlinale (il film sarà distribuito da Mubi).

Dagli Stati Uniti Film About a Father Who della regista e poetessa statunitense Lynne Sachs, indagine sulla complessa personalità del padre attraverso immagini girate dagli anni ottanta ad oggi; e Rock Bottom Riser, primo lungometraggio del regista sperimentale Fern Silva, riflessione sull’influenza del colonialismo e sull’esistenza di vita extra-terrestre attraverso un affascinante viaggio nel luogo più sacro delle Hawaii, il vulcano Mauna Kea, dove gli scienziati vorrebbero costruire il più potente telescopio al mondo.

Il brasiliano Eryk Rocha (figlio del grande Glauber, protagonista delle eroiche prime edizioni della Mostra) offre con Edna il ritratto di una donna d’incredibile coraggio che lotta contro la deforestazione ai margini dell’autostrada Transbrasiliana in Amazzonia. L’ossessione per il western anima il lavoro dell’argentino Nicolás Zukerfeld, There Are Not Thirty-Six Ways Of Showing A Man Getting On A Horse, che è insieme una riflessione sul cinema classico americano e una spy story intorno alla mitica frase di Raoul Walsh del titolo.

Tre saranno i registi italiani in gara: Luca Ferri con mille cipressi, viaggio tra il metafisico e il surreale nella Tomba Brion di Carlo Scarpa; The Nightwalk di Adriano Valerio, confinamenti e fughe di un uomo bloccato a Shanghai durante la pandemia; Gianmarco Donaggio che dà prova di un “cinema materico” con Manifestarsi, esplorazione “microscopica” dei manifesti affissi a Milano. 

Il Concorso è completato da una serie di cortometraggi eterogenei, che ben esprimono le diverse direzioni intraprese dal ‘nuovo’ cinema: This Day Won’t Last di Mouaad el Salem, è un’opera prima sorprendente, girata in totale clandestinità ai confini della Tunisia per esprimere l’urgenza del filmare all’interno di un contesto di oppressione. Augas Abisais, del galiziano Xacio Baño, ripercorre la storia di un suo antenato, chiamato a combattere la Guerra civile spagnola ancora adolescente, attraverso documenti ufficiali e il racconto della propria nonna. earthearthearth di Daïchi Saïto, regista giapponese trapiantato in Canada, parte dagli imponenti paesaggi delle Ande per realizzare immagini che si fanno sempre più astratte, producendo una ipnotica riflessione sulla Terra anche grazie al sassofono di Jason Sharp.  

Patrick dello scozzese Luke Fowler, è un ritratto del produttore musicale Patrick Cowley, realizzato combinando in maniera originale suoni, immagini e parole del protagonista, con testimonianze di amici e gli spazi da lui vissuti. La regista sperimentale coreana Minjung Kim The Red Filter is Withdrawn sovrappone la grotta de La condizione umana di Magritte a una tela per rileggere in maniera simbolica la sanguinosa memoria storica dell’Isola di Jeju. Il cinese Yuyan Wang con One Thousand and One Attempts To Be An Ocean riflette sull’esperienza di non essere in grado di percepire il mondo attraverso la profondità con una narrazione astratta che attinge ai “satisfying video” oggi di moda nella rete. Un bananero no es casualidad di Luiza Gonçalves è un divertente calembour che prende spunto dalla domanda sul perché crescano a San Sebastián gli alberi di banano.

Continua inoltre la tradizione di inaugurare la Mostra con un grande classico del cinema hollywoodiano d’autore. Dopo Lo squalo, Rocky, Gli intoccabili, Hollywood Party, The Blues Brothers e Il Laureato, l’edizione 2021 si apre con I predatori dell’arca perduta di Steven Spielberg nel quarantennale dell’uscita nelle sale statunitensi. A presentare il film un fan d’eccezione di Spielberg, il regista Gabriele Mainetti (Lo chiamavano Jeeg Robot). 

Per la chiusura, invece, arriva in anteprima italiana dal Sundance di Robert Redford The Most Beautiful Boy in the World di Kristina Lindström e Kristian Petri, documentario dedicato a Björn Andrésen, il timido ragazzo svedese di 15 anni che diventò l’incarnazione della “bellezza perfetta” degli anni ’70 interpretando il giovane Tadzio in Morte a Venezia di Luchino Visconti. Un biopic dal vero che intreccia memorie personali – anche drammatiche - e storia del cinema. Il film sarà distribuito nelle sale italiane da Wanted Cinema.

La consueta formula monografica dell’Evento speciale sul cinema italiano, per la prima volta celebra una regista donna, Liliana Cavani, 88 anni, figura fondamentale nella storia del cinema non soltanto italiano, tra le prime e più importanti cineaste a essersi imposte nel panorama internazionale. Co-organizzato con la Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale e con la collaborazione di Istituto Luce Cinecittà, l’Evento speciale presenterà i film per il cinema di Liliana Cavani, da I cannibali a Dove siete? Io sono qui, da Francesco d’Assisi a Galileo, per culminare con la proiezione in Piazza del Popolo del restauro in anteprima mondiale di Al di là del bene e del male, realizzato da Csc-Cineteca Nazionale e Istituto Luce Cinecittà con la supervisione della regista stessa. Inoltre, verrà organizzata una tavola rotonda per riflettere sul cinema della cineasta con registi e critici, a cui si accompagnerà la presentazione dell’83simo volume della collana Nuovocinema di Marsilio: “Liliana Cavani. Il cinema, i film”, a cura di Pedro Armocida e Cristiana Paternò.

Impossibile non pensare a un dizionario di cinema e non associarlo a Paolo Mereghetti e alle sue 4 stelle, quelle che contraddistinguono i capolavori del cinema mondiale. Quest’anno, però, il critico del “Corriere della Sera” si apre per la prima volta alle 5 stelle e lo fa proprio alla Mostra, dove verrà proiettato Midnight in Paris di Woody Allen. Per l’occasione, verrà mostrato anche il film del cuore della presidente e direttrice artistica dei Premi David di Donatello Piera Detassis, ovvero La messa è finita di Nanni Moretti. Entrambe le opere saranno proiettate in Piazza del Popolo. 

E poi ancora, Il Cinema in Spiaggia, che in occasione del centenario della nascita propone un omaggio a Giulietta Masina, con otto film in programma: dalle storiche collaborazioni con Fellini come Giulietta degli spiriti, Ginger e Fred, Il bidone e Luci del varietà, ad alcune delle sue più celebri interpretazioni ‘autonome’: Nella città l’inferno di Renato Castellani, Europa ’51 di Roberto Rossellini, Non stuzzicare la zanzara di Lina Wertmüller e Senza pietà di Alberto Lattuada. E ancora, curata da Pierpaolo Loffreda e realizzata in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Urbino e di Macerata, e con l’Istituto d’Arte Scuola del Libro di Urbino, Animatori italiani oggi, la sezione dedicata al cinema d’animazione italiano contemporaneo, con in programma oltre venti corti firmati da grandi autori (su tutti Simone Massi e Gianluigi Toccafondo) e da esordienti come gli studenti della Scuola del Libro di Urbino. Due focus saranno riservati a Magda Guidi e a Michele Bernardi (anche autore del manifesto dell’edizione 2021).

Novità assoluta di questa edizione è il Pesaro Film Festival Circus, uno spazio – quasi un festival a parte a cura di Giulietta Fara - che la Mostra dedica ai bambini delle scuole primarie in una sorta di villaggio del cinema in cui la “bicicletta verde” sarà di nuovo protagonista. Per loro è stata anche pensata una selezione di film, in anteprima italiana, che potranno essere apprezzati anche da un pubblico più maturo, a partire dall’animazione di Away di Gints Zilbalodis e di Il viaggio del Principe di Jean-François Laguionie e Xavier Picard, quest’ultimo proiettato in Piazza del Popolo (in uscita nelle sale con PFA-Films). I bambini delle scuole primarie potranno inoltre partecipare a laboratori e workshop con maestri dell’animazione (Michele Bernardi, Audrey Coïaniz, Saul Saguatti, Studio Croma).

Dopo il successo della scorsa edizione torna inoltre lo spaziobianco, una nuova sala dedicata al mondo dell’arte e della fotografia che quest’anno ospiterà l’installazione e le proiezioni dei lavori di Morgan Menegazzo e Mariachiara Pernisa, in un progetto originale curato da Mauro Santini. Tra le novità si segnala invece Vedomusica: al vitalissimo mondo del videoclip è dedicata una nuova sezione della Mostra, curata da Luca Pacilio, che presenta 20 video musicali italiani prodotti nell’ultimo anno attingendo a esperienze creative tutte diverse che includono cantanti come Madame, Gianna Nannini, Mahmood, Ghemon e molti altri. Attraverso un apposito contest sui social network, sarà inoltre proclamato il “videoclip dell’anno”. Accanto al concorso, il focus dedicato a UOLLI, tra i più importanti registi di videoclip attivi in Italia.

Si continua con Finite Rants, progetto on-line della Fondazione Prada curato da Luigi Alberto Cippini e Niccolò Gravina, composto da saggi visuali realizzati da cineasti, artisti, intellettuali che verranno proiettati per la prima volta sul grande schermo. Tra gli autori coinvolti, i registi Alexander Kluge, Bertrand Bonello, Brady Corbet, Caroline Poggi e Jonathan Vinel, Eduardo Williams, il fotografo Satoshi Fujiwara, l’economista Christian Marazzi, lo scrittore e critico Shumon Basar, la fotografa Alessia Gunawan e la giovane artista francese REMEMBER.

Tra le proiezioni speciali, Lumina di Samuele Sestieri, primo lungometraggio ‘solista’ del giovane regista Samuele Sestieri, una fiaba moderna sull’amore e sulle immagini che inizia come un documentario di fantascienza per trasformarsi in un racconto di formazione intimo e personale; e Sei ancora tu di Chiara Caterina, film che nasce dalla collaborazione del coreografo Francesco Marilungo con l’artista visiva e videomaker Chiara Caterina e costituisce un nuovo tassello del suo studio sulla contaminazione tra teatro e linguaggio audiovisivo. 

Infine, trova spazio l’esperienza di cinema militante, nata in seno ai movimenti del post-’68, trova la sua più organica espressione nel Collettivo Cinema Militante di Milano che, al contrario dei gruppi “extra-parlamentari”, non aveva referenti politici diretti, e si muoveva in maniera autonoma, esprimendo una maggiore libertà operativa e linguistica. Si tratta di film girati con pochi mezzi da cineasti in erba, studenti, operai e intellettuali “democratici”, con l’intento di documentare cosa accadeva intorno a loro. La Mostra proporrà tre titoli: Maggioranza silenziosa (1972) che racconta la manifestazione e gli scontri occorsi davanti al Castello Sforzesco di Milano l’11 marzo 1972 (alcune scene saranno poi usate da Marco Bellocchio per Sbatti il mostro in prima pagina), Bologna 77 (1977), una sperimentazione sull’utilizzo del Super 8mm nella documentazione militante durante il “Convegno contro la repressione”, e Pagherete caro pagherete tutto (1975), sorta di “instant movie” che racconta il periodo più tragico nella storia dei movimenti extra-parlamentari milanesi.

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