Questa mattina la tavola rotonda sul cinema di genere in Italia
Questa mattina la tavola rotonda sul cinema di genere in Italia
L’anteprima mondiale di White Flowers, tra tradizione europea e giapponese
Nel Centro Arti Visive Pescheria si sono tenuti gli ultimi incontri di questa edizione della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema, a partire dalla presentazione del volume “C’era una volta in America” di Ilaria Feole, seguita da un incontro con Lino Banfi, il quale ha raccontato alcuni aneddoti legati alla sua carriera. Fulcro della mattinata è stata la tavola rotonda riguardante il libro “Ieri, Oggi e Domani – Il cinema di genere in Italia” edito da Marsilio, strutturatasi in due differenti momenti. Il primo ha visto protagonisti alcuni degli autori del programma televisivo Stracult, che quest’anno festeggia il suo ventennale. A tenere banco è Marco Giusti, ideatore della trasmissione, il quale ha particolarmente a cuore “l’attenzione che Stracult dedica ai nuovi linguaggi e la lunga battaglia combattuta contro la vecchia guardia della critica tradizionalista”. Andrea Delogu, entrata a far parte del programma da cinque anni, aggiunge: “il lavoro di Stracult, che non è un programma di élite, accoglie e raccoglie le storie e le vicissitudini che si celano dietro i film, a volte più interessanti delle pellicole stesse”. La conduttrice prosegue: “in questo modo la trasmissione lascia una traccia tangibile mostrando i volti e ascoltando le voci dei protagonisti di quelle storie”.
Nella seconda parte del dibattito, la discussione si è polarizzata sulle diverse opinioni riguardo le differenze tra cinema di genere e cinema d’autore, rifacendosi ai saggi presenti nel volume e citati dagli stessi autori ospiti in sala. Ad affiancare i curatori, Pedro Armocida e Boris Sollazzo, erano presenti anche Andrea Minuz, Franco Montini, Antonietta De Lillo, Cristiana Paternò, Pierpaolo De Sanctis, Claudio Bartolini. Come dichiarato, lo scopo del libro è quello di porsi domande ed indagare azzardando confronti ed affiancamenti, rifuggendo la tentazione di cedere ad una facile e pronta soluzione nei confronti di un dibattito fertile e quanto mai acceso.
A proposito di cinema di genere, è stato presentato oggi in anteprima mondiale White Flowers, il più recente film della coppia Marco De Angelis e Antonio Di Trapani, già visti a Pesaro quando portarono il loro Terra. Questa sorta di “thriller sperimentale” contiene tante anime e tanti generi diversi come il film di fantasmi giapponesi contaminato col thriller, il dramma psicologico e la storia d’amore, tanto che Vito Zagarrio lo definisce “uno statement sul mondo in cui viviamo ma anche una riflessione sull’estetica del film e del video. Un film “di fantascienza”, ma anche un apologo e una romance.” La trama, che si fa via via più intricata e complessa, vede un uomo risvegliarsi in una stanza d’albergo: ha una ferita alla testa e una pistola, ma non ricorda nulla della sua identità né del suo passato. Nel frattempo arriva in città Yuki, una giovane disegnatrice giapponese che, per il progetto di un nuovo manga, si mette alla ricerca dei personaggi indispensabili alla trama che lei dovrà disegnare a partire dalla realtà che li circonda. Passato e presente, ideazione e realtà sembrano intrecciarsi, all’insaputa della stessa Yuki, in un gioco colluso di doppifondi che porterà al metafisico approdo finale. Quello di De Angelis e Di Trapani si conferma “un cinema colto, elegante, raffinato, che ibrida la tradizione europea con il modello asiatico.”
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