#PESAROFF57 / DETASSIS: L’IMPORTANZA DELL’INCLUSIVITÀ (E DI PESARO)
PIERA DETASSIS SI RACCONTA SUL PALCO DI PIAZZA DEL POPOLO ALLA PRESENTAZIONE DI LA MESSA È FINITA, UN FILM CHE “SPEZZA” IL CUORE
SECONDO INCONTRO CON I REGISTI DEL CONCORSO PESARO NUOVO CINEMA, TRA CUI GIANMARCO DONAGGIO E ERYK ROCHA
GABRIELLA GALLOZZI HA PRESENTATO LA NUOVA EDIZIONE DI BOOKCIAK, AZIONE!, CON ZEROCALCARE PRESIDENTE DI GIURIA
Per il mini-ciclo “i film (che aprono) il cuore”, alla Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro, ieri è salita sul palco di Piazza del Popolo la presidente e direttrice artistica dell'Accademia del cinema italiano - Premi David di Donatello Piera Detassis per presentare il film da lei scelto, La messa è finita di Nanni Moretti. È stata l’occasione per parlare del film, ma anche per ripercorrere la carriera di una delle più importanti critiche e giornaliste cinematografiche del nostro Paese.
Piera Detassis, intervistata sul palco dal direttore della Mostra Pedro Armocida, ha ricordato, come aveva fatto Mereghetti prima di lei, come la Mostra abbia avuto un’influenza decisiva sulla sua formazione, in quanto è stato il primo festival in assoluto a cui abbia partecipato grazie ad un premio ricevuto per un corso di cinema tenuto dal suo nume tutelare, Gian Piero Brunetta. In particolare, ricorda ancora con chiarezza la folgorazione che ebbe nel vedere per la prima volta Germania Anno Zero di Roberto Rossellini sugli schermi pesaresi, ma più in generale ha elogiato il festival come un luogo di scoperte eccezionali, in grado di regalare emozioni importanti grazie alle possibilità di conoscenza e d’incontro che ha sempre fornito.
Essendo una delle poche donne in posizioni di rilievo all’interno delle istituzioni cinematografiche italiane, si è poi passati a parlare di un tema delicato come quello della parità di genere e dell’inclusione, partendo proprio dai suoi esordi, quando le donne che scrivevano di cinema erano poche e dovevano maturare professionalmente in un contesto molto difficile. Per questo motivo Detassis ha sempre cercato di battersi per la parità di genere - fuori e dentro al set - e ritiene che i passi avanti fatti negli ultimi anni siano stati importanti. A questo proposito ha ricordato la recente collaborazione nata tra i Premi David di Donatello e Netflix Italia con la creazione di un percorso di formazione per donne under 35 per incentivarne la presenza sui set italiani, soprattutto in posizioni dove sono ancora scarsamente rappresentate come regia, fotografia, montaggio e sonoro. Sempre in quest’ottica ha annunciato in anteprima sul palco della Piazza che dalla prossima edizione alcuni David cambieranno denominazione per garantire una maggiore inclusività.
Passando a parlare dell’opera da lei scelta, La messa è finita, Detassis la ha definita non come un film che “apre” il cuore, ma che lo “spezza” per il suo grande impatto emotivo e per il disagio generazionale che riesce a trasmettere alla perfezione. Per la critica/giornalista è stato un film decisivo in quanto ha segnato un passaggio fondamentale tanto nella filmografia di Moretti, tra quello della prima fase e quello maggiormente narrativo, quanto per tutto il cinema italiano, facendo un po’ da manifesto per un ritorno alla centralità del racconto nel nostro cinema. La profonda umanità con la quale Moretti ritrae i personaggi, infatti, riflette per lei il raggiungimento di una maturità stilista e narrativa che rende il film uno dei più riusciti del regista romano.
Nella mattinata, invece, gli incontri al Cinema Astra si sono aperti con il Q&A con quattro registi in Concorso, moderato dal direttore Pedro Armocida. A seguire, è stato presentato il premio Bookciak, Azione! con la proiezione di due cortometraggi. Ha aperto il Q&A, collegata dalla Corea del Sud, Minjung Kim in concorso con The red filter is withdraw. Le grotte naturali e i bunker dell’isola di Jeju figurano come trauma storico, conseguenza dello sfruttamento militare del luogo, ma anche come metafora tra paesaggio naturale e forme semantiche del cinema. Riporta l’autrice: «È molto difficile guardare un luogo senza idee preconcette e ricavarne invece un'osservazione oggettiva».
L'incontro con gli autori è proseguito con l’intervento di Luiza Gonçalves, regista argentina, e la presentazione del suo A banana tree is no coincidence. Racconto che ha per oggetto la coltivazione di alberi di banano come metafora di una preservazione identitaria di un popolo che chiede aiuto, nonché riflessione su un passato coloniale. Riguardo le tecniche di realizzazione, l’autrice ha mescolato pratiche eterogenee: «È importante coniugare diverse forme cinematografiche, artistiche e sonore […] sapevo che volevo utilizzare tante tecniche e volevo scoprirle in corso d'opera». Infatti, ai più moderni strumenti di ripresa ha alternato brevi frame colorati che ricordano le stesse tecniche artigianali usate per la colorazione del vetro.
A seguire, è intervenuto in presenza il regista italiano Gianmarco Donaggio, rispondendo alle domande sul suo cortometraggio Manifestarsi. A moderare l’incontro è stato il selezionatore Anthony Ettorre. L'autore ha raccontato le sue esperienze formative in ambito artistico; la sua vicinanza al mondo della direzione della fotografia nonché il suo immenso amore per la sperimentazione e la ricerca. Donaggio ha sottolineato come per lui la cosa importante sia stata liberare il testo audiovisivo dalle sovrastrutture e dai “concettualismi artistici”, tanto visivi, quanto uditivi: «Tutto è partito dall'attrazione verso i vecchi manifesti, in cui l'immagine ormai si è persa e attraverso la costruzione dell'ottica questa immagine viene ricostruita». Donaggio ha infine rimarco l’importanza del suono, troppo spesso trascurato ed è infatti stato autore anche delle musiche, sintetizzate elettricamente.
Ha concluso l'incontro con gli autori Eryk Rocha, regista di Edna, in collegamento da San Paolo; con la moderazione di Paola Cassano. L'intervento è stato preceduto da un commosso omaggio di Bruno Torri al grande Glauber Rocha, padre del regista. Ringraziando Torri per le sensibili parole, Rocha ha voluto rimarcare l'importanza storica che la Mostra del Nuovo Cinema ha avuto per il cinema brasiliano e, in generale, per quello sudamericano. Edna è il racconto di una donna realmente esistita e della sua terra costruita sul massacro e sulle rovine. Fu l’incontro con la protagonista a far nascere il film: «Tutta la ricerca precedente è stata importante, ma il rapporto con la donna è stata la radice del lavoro […] il film è un'estensione della resistenza di Edna, della sua poesia, dei suoi scritti e del dolore subito». Ha poi preso la parola Adriano Aprà, che ha voluto esprimere un ultimo omaggio al padre Glauber e al Cinema Novo.
La seconda e ultima parte del matinée, presentata dal direttore Pedro Armocida si è conclusa con l’incontro con Gabriella Gallozzi, fondatrice del premio Bookciak Azione!, nato nel 2012. Vengono scelti ogni anno dei testi selezionati da editori indipendenti, da cui poi vengono tratti dei cortometraggi. Il tema di quest’anno è la “resistenza” e il presidente di giuria sarà il fumettista Zerocalcare. Sono stati infine presentati i trailer di due corti in concorso per il premio: Tempo fermo, ispirato al libro Gli occhi degli alberi e realizzato dalle donne della casa circondariale del carcere di Rebibbia e Tutti i giorni della mia vita, ispirato all'omonimo libro di Abbie Greaves.
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