Program
2024

22 June
Saturday 22-06-2024
time 15:00
Teatro Sperimentale - Sala Grande

Il mio film

Alain Tanner

UNA FIAMMA NEL MIO CUORE

Svizzera, Francia 1987 , 110'

 

Omaggio Myriam Mézières
UNA FIAMMA NEL MIO CUORE (Svizzera, Francia, 1987, 110’) di Alain Tanner
Alla presenza dell’attrice protagonista

 

Un’attrice lascia l’amante, socialmente emarginato e violento. Intraprende una relazione infuocata con un giornalista il quale, al ritorno da un viaggio di lavoro, la ritrova ad esibirsi in un peep-show. Senza tradire se stesso, Alain Tanner racconta magistralmente questa storia di donna, una Myriam Mézières che è sia la testa pensante sia il corpo e il cuore di un film disperato dal retrogusto di cenere. 

Per il restauro digitale qui presentato, realizzato a partire dagli elementi originali depositati da Tanner alla Cinémathèque Suisse, è stato scansionato a 4K l’internegativo 35mm derivato dal gonfiaggio del negativo originale 16mm. In questo modo si è conservato l’effetto della grana della pellicola che, secondo Tanner, «si intona con il personaggio di Mercedes».

   

MILENA GIERKE crediti Martin Schoeller

 

Myriam Mézières e la matematica (negata) dei ruoli

Valerio Carando

 

Myriam Mézières: attrice, sceneggiatrice, regista, scrittrice, cantante, performer. Francese di passaporto, apolide per vocazione. Presenza del cuore per chiunque non abbia smesso d’interrogare l’opera di quei ruvidi e vitalissimi outsider che hanno contribuito a forgiare la storia della controcultura settantesca. Indimenticabile tanto in J’irai comme un cheval fou (1973) di Fernando Arrabal, con Emmanuelle Riva e George Shannon, quanto in due vertici assoluti del cinema di Paul Vecchiali: Change pas de main (1975), audace esperimento dagli umori transgender, in precario equilibrio fra musical, hardcore e noir d’autore, e Corpo a cuore (Corps à cœur, 1979), fiammeggiante melodramma d’amore e morte che si appella, riadattandoli, agli archetipi narrativi di un certo realismo poetico d’avant-guerre.

Nel 1976, terminate le riprese di Spermula, fantaerotico di matrice parasituazionista firmato Charles Matton, Mézières è folgorata da un incontro cruciale. Alain Tanner le cuce addosso la Madeleine di Jonas che avrà vent’anni nel 2000 (Jonas qui aura 25 ans en l’an 2000, 1976), passato rapidamente alla storia come il film manifesto dell’utopismo post-sessantottino, «un film didattico senza lezioni, un film enciclopedico senza conclusione» (Serge Daney). A Jonas seguirà, nove anni dopo, Terra di nessuno (No Man’s Land, 1985), rigoroso – e insieme struggente – apologo sull’irrazionalità delle frontiere terrestri, un film sospeso «tra due scelte […]. Tra la vita e la morte, la terra e le nuvole, il giorno e la notte. Tra due posti di dogana, nella terra di nessuno, alla frontiera franco-svizzera. Tra me e il cinema, il cinema e la fuga dal cinema» (Alain Tanner). In questi primi due film, il rapporto Tanner-Mézières prevede che la distribuzione dei ruoli non trasgredisca i codici imposti da una classica scansione gerarchica: il primo scrive e dirige, la seconda interpreta. Un’altra frontiera, questa volta interna ai modi di produzione, è però in procinto di sgretolarsi.

Alain Tanner è solito ordinare i suoi lavori sotto due diverse categorie operative: da una parte, i film che nascono da un’idea; dall’altra, quelli che prendono le mosse dalla fascinazione per un interprete. La valle fantasma (La Vallée fantôme, 1987) narra precisamente di un regista, incarnato da Jean-Louis Trintignant, alla disperata ricerca di un’attrice che possa ispirargli una storia. Detto, fatto: nello stesso periodo che lo vede inseguire il progetto de La valle fantasma, la cui lavorazione, a un certo punto, deve essere posticipata per problemi di ordine superiore, Tanner incontra nuovamente Myriam Mézières e lascia che il suo tragitto creativo subisca una drastica deviazione di metodo. Una fiamma nel mio cuore (Une Flamme dans mon cœur, 1987) è il film di una «duplice alleanza». Il racconto nasce dalla stessa Mézières, che rielabora tranches de vie prelevate di peso dall’accidentata biografia materna: il diario intimo, segreto, di due passioni totalizzanti, in seno alle quali i ruoli di vittima e carnefice non sembrano contemplare linee di demarcazione. Tanner osserva la storia dall’esterno, quasi senza interferire, dialogando con uno spazio narrativo che avverte estraneo al proprio temperamento e dal quale si sente fatalmente attratto. Mézières, in altri termini, conduce il cineasta ginevrino a sviluppare un rapporto diretto, dirompente, non mediato da sublimazioni concettuali, con l’estrema tangibilità dell’elemento corporeo: carne, sudore, lacrime, sangue. Un viaggio nelle viscere dell’aldiquà, dotato di un valore politico certamente non secondario rispetto a quello espresso da film come Charles mort ou vif (1969), La Salamandre (1971), Le Retour d’Afrique (1973), Jonas o Dans La Ville blanche (1983): «Myriam è arrivata nel momento opportuno. La sua proposta mi ha sedotto. La sua idea mi ha permesso di addentrarmi in un terreno che non avrei mai potuto esplorare da solo, e comunque non in questo modo, il terreno della passione amorosa, e ho messo da parte, per un certo periodo, il mio mondo. Questa cosa ha anche rappresentato una boccata d’aria fresca di cui allora avevo sicuramente bisogno […]. Si tratta semplicemente di credere nel corpo. Dare la parola al corpo e per questo raggiungere il corpo prima del discorso […], prima che ogni cosa venga nominata» (Alain Tanner).

Tanner-Mézières: una comunione destinata a rigettare la matematica dei ruoli, a demolire gli steccati che separano realtà e rappresentazione, simulazione e verità: chi guida chi? Un enigma, questo, che non ammette tentativi di scioglimento. Una fiamma nel mio cuore è il primo film – ne seguiranno altri due, similmente paradigmatici: Le Journal de Lady M. (1993) e Fleurs de sang (2002) – in cui i mondi, in apparenza distanti, di un regista (che non è solo un regista) e di un’attrice (che non è solo un’attrice) sono portati a fondersi e confondersi, tra brandelli di autobiografia e schegge d’immaginazione. Buona visione.

 


Réalisation : Alain Tanner
SCENEGGIATURA : Alain Tanner, Myriam Mézières
DOP : Acácio de Almeida
CAST: Myriam Mézières, Aziz Kabouche, Benoit Régent, Biana, Jean-Yves Bertelot
Distribution : Regina Films
Durée : 110’
Langue : Français
Production : Garance, La Sept Cinéma, Filmograph SA

 


TUTTE LE PROIEZIONI SONO GRATUITE


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