PIENA DI GRAZIA - Big Mary, si muore di sguardi (2024)
testi di Vittorio Ondedei
regia di Demetrio Giacomelli
Sonorizzato da
Flavia Massimo: violoncello, fx
Caterina Palazzi: contrabbasso, fx
Big Mary è la nostra elefantessa preferita. Muore. Lo diciamo subito. Nel 1916 la impiccano e fanno pagare il biglietto. Ma una volta era leggera e sicura fra tendoni, corde e balle di paglia. Sollevava ballerine. Spruzzava clowns. Volava! No. Quello è Dumbo. Lui è furbo: se ne è andato con i corvi. Ora i corvi sono attorno a Big Mary. Chiamate i bambini! Allontanate i bambini! Qualcuno chiami qualcuno! Piena di grazia, con immagini affollate e una live performance in duo per violoncello e contrabbasso con effetti & loops, che mischia sonorità ambient, jazz, psichedeliche e spazia da retaggi di musica classica al mondo contemporaneo e alla sperimentazione, è dedicata a lei e a chi muore di spettacolo e sguardi.
Caterina Palazzi. Contrabbassista e compositrice, leader dal 2007 della band Sudoku Killer, quartetto ben noto nella scena jazz, noise e sperimentale europea, con cui ha registrato tre album, ha all'attivo più di 700 concerti in tutta Europa e in Asia. Nel 2010 ha vinto il "Jazzit Award" come migliore compositrice italiana. Nel 2022 viene annoverata tra i 20 migliori bassisti italiani di sempre dalla rivista «Rockit». Nel 2023 apre il tour italiano di Kim Gordon, storica bassista dei Sonic Youth.
Flavia Massimo è una violoncellista contemporanea, sound artist e curatrice di eventi, specializzata sia nella classica che nella musica elettronica. Ha composto colonne sonore per spettacoli, performance di danza e teatro e realizzato installazioni interattive d’arte e sonorizzazioni. La sua intensa attività live l’ha portata a lavorare con diversi artisti molto conosciuti nell’ambito classico, pop e contemporaneo in Italia e all’estero. È la direttrice artistica di "Paesaggi Sonori".
Demetrio Giacomelli. Diplomato in pittura all'Accademia di belle arti di Genova, ha iniziato a lavorare come assistente alla regia per il regista Paolo Caredda. Nel 2017 realizza Diorama, con cui vince il premio Miglior Documentario Italiano al Festival di Torino. Partecipa a due edizioni del Pesaro Film Festival. Nel 2017 realizza il film di fantascienza L’estinzione rende liberi che vince il primo premio nella sezione Prospettive del Filmmaker Festival di Milano. Nel 2021 realizza The Kennel e Lotta di classe, il cinema dei ragazzi di Emilio Sidoti ottenendo premi e riconoscimenti. Realizza per drogamagazine.com il film a episodi Totò Cannibale.
Vittorio Ondedei (1966) è anche Ruben Camillas e Topazio Perlini. La sua attività artistica è finalizzata ad entrare in relazione con il mondo e le persone: suona, canta, scrive, racconta, mima, immagina, balla, provoca, sorride, improvvisa. Lavora spesso assieme ad altri, perché cerca il miscuglio e la contaminazione. Produzioni recenti: Ho sonno, assieme a Giulio Escalona (2022-24); il Teatrino dei Tarocchi Trasformati (2022-24); Wundercameretta (2024). Suona nei fantastici Crema.
10 anni di Muro nudo e puro, di programmazione selvaggia e ragionata, di proposte illustri e irrinunciabili. Uno spazio di sperimentazione nato in embrione nel 2015. Ma poi al Muro si sono avvinghiate immagini come edera in primavera, e i suoni si sono liberati come in sentieri notturni illuminati da lucciole impazzite. Fino a diventare un appuntamento imprescindibile seppur mutante e mutevole. I sensi vengono liberati in uno spazio in cui vengono riscattate suggestioni, nutriti da sguardi trepidanti, foraggiati da immaginari preziosi. Inedite anteprime psico-temporali, esperienze uniche che tra improvvisazioni, sincronizzazioni chirurgiche e sperimentazioni emozionali hanno sublimato l'irreale per farne... una realtà. Palazzo Gradari, il tempio dell'immaginifico. Le 5 tappe, tra luce e abisso, nel 2024 danno voce a esperienze estemporanee originali e per questo assolute. Superato il crepuscolo “2015-2024” il Muro del Suono è pronto a spiccare il volo.
Anthony Ettorre
Abbiamo guardato negli occhi questi 10 anni passati a proiettare immagini sul Muro di Palazzo Gradari. Abbiamo accarezzato il profilo di musiciste e musicisti, intrecciati a registi del passato e del presente, fra le mosse ragionate di attori e attrici o immersi in immagini pure e libere da ogni storia. Abbiamo messo in fila tutti i nostri desideri. E sono uscite queste 5 serate, fatte di 5 sonorizzazioni inedite, diversi incontri inaspettati, animali, calciatori, bamboline. Il filo conduttore, da non toccare a mani nude, è probabilmente la dolce dissoluzione dell'identità, quando diventa troppo rigida e ci rende spigolosi e feroci. Probabilmente è anche la voglia di parlare sul serio del gioco e del giocare, liberandoci dalla banalità fascista che sia «roba per bambini e bambine». Attendiamo analisi critiche. Non vogliamo smettere mai.
Vittorio Ondedei
Il “Muro del Suono” ha rovesciato il significato che questo oggetto, solido e verticale, il muro, porti con sé l’idea di bloccare, filtrare, respingere, separare, difendere, chiudere.
Le immagini e i suoni che negli anni sono stati riprodotti su quella superficie hanno fatto sì che quel muro si sgretolasse e che fosse abbattuto, ogni volta.
Il miracolo si ripete puntualmente con lo stesso entusiasmo e con lo stesso desiderio.
Il muro diventa liquido e noi possiamo oltrepassarlo. Al di là di esso c’è l’infinito. A Palazzo Gradari la funzione divisiva del muro non ha avuto modo di esistere. Mai.
Giuliano Antinori
TUTTE LE PROIEZIONI SONO GRATUITE