Giuliano Montaldo compie 90 anni, auguri! Pesaro gli dedica la retrospettiva, una monografia e una tavola rotonda
Al ‘decano’ dei cineasti italiani, un omaggio speciale nell’anno del suo novantesimo compleanno (70 di carriera) in collaborazione con la Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale che, per l’occasione, presenterà a Pesaro tutti i suoi lungometraggi per il cinema.
L’evento speciale dedicato a Giuliano Montaldo prevede la pubblicazione di una monografia (Tradizione e invenzione: la fabbrica di Giuliano Montaldo, a cura di Pedro Armocida e Caterina Taricano), la proiezione in Piazza di un suo film restaurato e una tavola rotonda finale alla sua presenza.
Giuliano Montaldo (Genova, 22 febbraio 1930) ha iniziato a lavorare come attore a teatro esordendo nel cinema in due film di Carlo Lizzani, Achtung! Banditi! (1951) e Cronache di poveri amanti (1954). Il sodalizio con il regista romano, cui in passato la Mostra ha dedicato la retrospettiva completa, prosegue come suo assistente alla regia (pratica che porterà avanti anche con Petri e Pontecorvo) mentre nel 1961 passa alla regia esordendo con Tiro al piccione (1961), tratto da un romanzo di G. Rimanelli e ambientato alla fine della Seconda guerra mondiale vista con gli occhi di un soldato della Repubblica di Salò. Seguono Una bella grinta (1965), Ad ogni costo (1967) e Gli intoccabili (1969). Nel 1970 con Gott mit uns inizia la sua cosiddetta trilogia sul potere di cui fanno parte Sacco e Vanzetti (1971) e Giordano Bruno (1973) con un’analisi precisa, nell’ordine, del potere militare, di quello giudiziario e infine di quello religioso. Un cinema d’impegno civile che, come in L’Agnese va a morire (1976) e in Il giocattolo (1979), sarà la cifra autentica di tutta la sua attività registica. Pioniere dei nuovi supporti digitali in televisione, nel 1982 realizza il kolossal all’italiana Marco Polo (1982) che ottenne un altissimo gradimento da parte del pubblico televisivo. L’attenzione alla storia lontana e più recente prosegue con Gli occhiali d’oro (1987) e Tempo di uccidere (1989). Successivamente si dedica anche alla realizzazione di documentari come Ci sarà una volta (1992) e Le stagioni dell’aquila (1997) affiancando all’attività di regista anche quella di uomo delle istituzioni con la presidenza di Rai Cinema e quella ad interim dei Premi David di Donatello. Gli ultimi due suoi lungometraggi sono I demoni di San Pietroburgo (2008) e L’industriale (2011) mentre nel 2017 gira come interprete Tutto quello che vuoi di Francesco Bruni ottenendo il David di Donatello per il miglior attore non protagonista.