Paesaggi immersi nel rosso vermiglio, personaggi che sembrano fantasmi. A volte, mostri marini. Lois Patiño torna nella sua Galizia raccontando una storia vera con attori non professionisti, con uno stile fortemente pittorico ( L’Angelus di JeanFrançois Millet è la dichiarata e riconoscibile fonte d’ispirazione) e antirealista. Streghe, figure velate, e la gente del luogo che non si stacca mai dai propri morti, perché «l’oceano è una bestia che respira due volte al giorno», reclamando corpi.
Lois Patiño (Spagna 1983) è un regista e artista le cui videoinstallazioni sono state esposte al MACBA (Barcellona), alla Copperfield Gallery (Londra), al CC San Martín (Buenos Aires), alla JIFF Art Gallery (Corea del Sud) e in fiere d’arte come Paris Photo, ARCO Madrid e Unseen (Amsterdam). Nel 2013 ha vinto a Locarno il premio per miglior regista emergente con il suo lungometraggio d’esordio Costa da Morte, che poi è stato premiato anche al Jeonju IFF (Corea del Sud), al FICUNAM (Messico), al Valdivia IFF (Cile) e al Festival de Cine Europeo di Siviglia. Il New York Film Festival, il Flaherty Seminar, il BAFICI e il Cali IFF hanno dedicato retrospettive al suo lavoro. Nel 2016, l’università di Harvard gli ha elargito la borsa di studio Robert Fulton III per i registi emergenti.
sceneggiatura/screenplay Lois Patiño
fotografia/cinematography Lois Patiño
montaggio/editing Pablo Gil Rituerto, Óscar De Gispert, Lois Patiño
suono/sound Juan Carlos Blancas
produzione/production Zeitun Films, Amanita Films
interpreti/cast
Ana Marra, Carmen Martínez, Pilar Rodlos, Rubio De Camelles
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