Cortile della scuola, ricreazione. L’immaginazione di una bambina che gioca a campana rende possibile l’impossibile, visibile l’invisibile. E, al suono della campanella, la magia rimane tra i segni del gesso sull’asfalto, ancora per un momento. A volte basta spostare lo sguardo appena un po’ oltre per lasciarsi stupire.
«Quando ero bambina, ho sempre amato giocare da sola, en solitaire. Con questo corto rendo omaggio al gioco d’infanzia, alle sue infinite possibilità che superano le regole del qui e ora. In un ricordo dall’atmosfera vintage e un po’ francese, resta vividamente variopinto ciò che ha più importanza».
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