PFF
COLLEZIONI

21 Giugno
Lunedì 21-06-2021
ore 16:00
Evento Online

 pff2021 art isabella

a cura di Tommaso Isabella

LA PERCEZIONE E L'IMMAGINARIO: IL SURREALISMO SCIENTIFICO DI ÉRIC DUVIVIER

Webinar e proiezioni online sulla piattaforma Zoom con traduzione simultanea italiano/inglese. Torna su questa pagina il giorno dell'evento per ricevere il link con cui partecipare online.

Il programma sorge da una indagine sugli archivi online dedicati al cinema medico e scientifico e si concentra sulla figura di Éric Duvivier, che dagli anni Cinquanta agli Ottanta è stato uno dei principali esponenti di questo campo in Francia. Dalla sua vastissima produzione, si presenta qui una selezione dei film di argomento psichiatrico, perlopiù commissionati da aziende farmaceutiche come Sandoz o Delagrange.

Quello di Duvivier è un caso curioso rispetto al contesto del cinema industriale in cui opera. In questi lavori, che sono tra gli episodi più eccentrici e sperimentali della sua produzione, gli intenti didattici e promozionali convivono con una spiccata impronta autoriale, che pur restando pienamente incorporata e vicaria rispetto al campo istituzionale della psichiatria, riesce spesso a dialogare con l'autorità scientifica in modo originale e stimolante: proponendosi come illustrazione della (presunta) oggettività del suo sapere, se ne serve al contempo per trovare soluzioni estetiche originali e tentare così di rendere il vissuto psichico dei suoi soggetti. Questa oscillazione tra oggettività e soggettività genera una tensione irrisolta e problematica tra l'empatia verso chi soffre di un problema di salute mentale e il suo inquadramento come caso psichiatrico.

Ciò che colpisce nei film di Duvivier è vedere la grammatica espressiva del cinema d'avanguardia declinata per simili finalità. La sua potrebbe definirsi un'applicazione del Surrealismo al cinema scientifico, a patto di precisare come essa conservi sempre una posizione anfibia rispetto al territorio dell'inconscio, divisa tra chi lo esplora e lo attraversa in prima persona e chi si dedica a mapparlo dai suoi margini esterni. L'ispirazione artistica di Duvivier si riflette anche in un'attenzione costante al rapporto tra creatività e disturbo mentale e nel suo interesse per l'arte dei soggetti psichiatrici.

Questi film sono attraversati da una tensione tra visibile e invisibile che caratterizza più in generale il rapporto tra cinema e scienza. A partire da questo spunto, a margine del programma si proporranno ulteriori diramazioni e possibili approfondimenti, che coinvolgono altri materiali disponibili in rete.

Tutti i film sono in versione originale francese tranne gli ultimi 4 film dalla serie Séméiologie psychiatrique, présentations de malades, che sono linkati da YouTube con sottotitoli inglesi. Verranno fornite trascrizioni dei dialoghi di alcuni film.

Images de la folie (1950, 16')
direzione generale: Éric Duvivier
regia: Enrico Fulchignoni
consulenti scientifici: Jean Delay, Henri Ey, Henri Bessière, M. Graulle
produzione: Films Art et Science
Girato in occasione di una mostra di “arte psicopatologica”, nel contesto del primo Congresso mondiale di psichiatria, il film evita ogni esposizione didattica e si offre piuttosto come esplorazione poetica nel mondo follia.

Le monde du schizophrène (1961, 21')
regia: Éric Duvivier
consulente scientifico: Didier-Jacques Duché
produzione: Sciencefilm, Sandoz
Il film si propone di illustrare l'esperienza di un soggetto schizofrenico, il suo mondo visivo e acustico, in termini oggettivi e soggettivi.

Un délire hallucinatoire. Psychose systématique chronique (1961, 25')
regia: Éric Duvivier
consulente scientifico/: Henry M. Gallot
produzione: Sciencefilm, Laboratoires Delagrange
Cronaca di un caso patologico di delirio di persecuzione, che segue in forma narrativa lo sprofondare di un individuo nelle allucinazioni, in un crescendo che sfocia in un'esplosione violenta.

Images du monde visionnaire (1963, 34')
regia: Éric Duvivier
autore: Henri Michaux
consulente scientifico: Jean Delay
produzione: Films Art et Science, Sandoz
Tentativo di rendere in immagini gli effetti allucinatori provocati dalla mescalina e dall'hashish. A partire dalle esperienze di Henri Michaux, accreditato come autore, ma poi dissociatosi dal risultato.

Concerto mécanique pour la folie ou la folle mécamorphose (1963, 20')
regia: Éric Duvivier
consulente scientifico: Paul Sivadon
collaborazione artistica: Erró (Guðmundur Guðmundsson)
produzione/production: Sciencefilm, Sandoz
Esulando da scopi didattici specifici, il film affronta il tema dell’alienazione in un mondo meccanizzato, cercando di tradurne simbolicamente gli effetti psicologici in una sorta di balletto futurista, dove gli interpreti si muovono tra deliranti scenografie.

Phobie d'impulsion (1967, 24')
regia: Éric Duvivier
consulente scientifico: Didier-Jacques Duché
produzione: Sciencefilm, Laboratoires Roche
Dedicato alla fobia, il film illustra il terrore e l'ossessione nei confronti di un oggetto o di una situazione attraverso una novella notturna, che segue la relazione intima e inquietante di una giovane madre col proprio neonato.

La Femme 100 têtes (1967, 20')
Regia: Éric Duvivier
produzione: Sciencefilm, Sandoz
Adattamento libero di La Femme 100 têtes (1929), romanzo-collage di Max Ernst, coi suoi tableaux vivants che riproducono fedelmente le incisioni dell'artista, il film traduce e tradisce un capolavoro del Surrealismo.

Autoportrait d'un schizophrène (1977, 22')
regia: Éric Duvivier
consulente scientifico: Didier-Jacques Duché
produzione: Films Art et Science, Sandoz
Basato sulle note diaristiche di un soggetto schizofrenico, interpretato da Pierre Clémenti, un altro tentativo di visualizzare attraverso la cinepresa un universo mentale sospeso tra onirismo e realtà.

L'enfermement (1980, 15')
regia: Éric Duvivier
consulente scientifico: Patrick Lemoine
produzione: Intersciencefilm, Association Lyonnaise pour la recherche psychologique sur l'art et la créativité, Labortoires Delagrange, Servier, Specia e Squibb
Girato in occasione della mostra “Figures de l'enfermement”, le opere di artisti contemporanei vengono lette attraverso il tema della reclusione e commentate da un testo poetico di Paul Eluard.

Séméiologie psychiatrique, présentations de malades [estratti da] (1971-1976)
regia/director: Éric Duvivier
consulenti scientifici: André Féline, Isabelle Ferrand, Bertrand Samuel-Lajeunesse
Registrazioni di colloqui psichiatrici realizzate a fini didattici. L'oggettività documentaria e utilitaria non contempla i tentativi di resa soggettiva degli altri film. Ma proprio qui i soggetti, benché inquadrati dalla situazione, possono davvero prendere parola.

a cura di Gianmarco Torri

Questa sezione nasce come tentativo di riflettere criticamente su quello che è accaduto nell'ultimo anno. Obbligati/e a vivere e a lavorare quasi esclusivamente online, abbiamo assistito a innumerevoli proiezioni, incontri, conferenze virtuali, e ognuno/a di noi si è reso/a pienamente conto della quantità di materiali disponibili sul web.

Materiali talvolta comparsi in relazione alle esigenze di questo anno vissuto a distanza, come sostituto virtuale di forme di programmazione cinematografica tradizionali, ma per altri versi e in gran parte già disponibili da anni sui siti e i canali di molte istituzioni archivistiche, associazioni, musei, festival, progetti culturali e filmmaker.

Ci siamo imposti di provare a capire come l'esperienza di questo anno potesse trasformare il nostro lavoro, cercando di reagire positivamente a questo momento storico e di trarre qualche lezione utile per il futuro.

Nessuno più di noi crede all'attualità e alla necessità di un'esperienza cinematografica reale e in sala, e abbiamo cercato di dimostrarlo con una sezione super8 che nelle ultime edizioni ha presentato e fatto scoprire non solo “immagini”, ma i film nella loro materialità, i cineasti e le cineaste con la loro personalità e fisicità, la proiezione nella sua dimensione performativa, esperienziale e collettiva.

Ma non si può ignorare quello che è accaduto, e i cambiamenti di prospettiva, culturali e sociali che questo ha provocato. In fondo abbiamo forse guadagnato una maggiore lucidità su quello che stava succedendo da almeno due decenni.

Per rispondere a questa sfida in una prospettiva di lungo periodo abbiamo declinato la nostra riflessione sui materiali accessibili liberamente e permanentemente online, che ci paiono quelli che più si prestano a modificare i tradizionali equilibri tra accesso, curatela e cultura cinematografica.
E quelli che, in una dimensione ancora un po' utopica (e non per forza pirata), consentono davvero il superamento di alcune barriere (gerarchiche, geografiche, economiche e culturali) e di mantenere in vita un'interpretazione (forse dimenticata e comunque oggi poco praticata) del web come qualcosa di diverso da uno dei tanti strumenti per la trasmissione di contenuti a pagamento.

Il flusso di immagini disponibile liberamente attraverso la rete non diminuirà sicuramente nei prossimi anni, ed è anzi certo che continuerà a crescere esponenzialmente.
Ci siamo detti che questo territorio immenso offre a chi vuole fare cultura cinematografica un patrimonio mai così facilmente a portata di mano, in una certa misura persino sottratto alle scelte del mercato e degli operatori commerciali, che merita di essere messo in evidenza e che può essere valorizzato invece che essere solo deprecato perché svilisce l'esperienza del cinema, come se la maggior parte di noi, anche per sfuggire agli orizzonti culturali limitati della programmazione cinematografica tradizionale, non si fosse formata già da decenni attraverso “piccoli schermi”.

Abbiamo scelto di esplorare questo patrimonio, non con una improbabile attitudine enciclopedica – mappare ed elencare siti web, o risorse online, per quanto utile, non equivale a produrre una riflessione su questa opportunità.
Quanto piuttosto attraverso la guida e il punto di vista critico di alcuni/e curatori/curatrici che si mettessero in gioco in questo esperimento e che ci offrissero la loro esperienza.

Abbiamo chiesto di esporre e condividere gli strumenti che – ognuno/a nel proprio campo d'indagine – usano per orientarsi, i punti di riferimento, le conoscenze, gli snodi concettuali con cui affrontano la costruzione di un percorso online e gli usi che fanno (e pensano di poter fare) di questa dimensione cinematografica “virtuale” nel proprio lavoro, in una modalità che metta in luce le opportunità e le criticità, che sappia contestualizzare e collocare le risorse in una dimensione storica e critica, che ci faccia al tempo stesso scoprire nuovi sentieri e che ci dia gli strumenti per crearne di nostri.

Si tratta senza dubbio di un percorso in progress, che tuttavia crediamo vada seguito e che siamo convinti che negli anni a venire porterà grandi cambiamenti sia nell'accesso al patrimonio cinematografico mondiale, sia nel lavoro della curatela e della programmazione, sia nella didattica e nella diffusione della cultura cinematografica.

Vorremmo che Pesaro diventasse il luogo di esplorazione critica di un territorio che tutti/e frequentano ma che nessuno/a conosce appieno, e che dalla condivisione e giustapposizione di prospettive nascesse gradualmente una mappatura, e un'ipotesi di lavoro per il futuro.

A questa sezione si accompagna un e-book, pubblicato dalla Mostra Internazionale del Nuovo Cinema e disponibile gratuitamente sia sul sito del festival che sulle principali piattaforme di distribuzione, che approfondisce questa riflessione attraverso saggi critici e ulteriori percorsi di visione dei curatori e delle curatrici qui presenti a cui si aggiungono i preziosi contributi di Oliver Hanley, Maurizio Marras, Rick Prelinger.

 


OPEN ACCESS CINEMA
ISCRIVITI ALL'EVENTO SU ZOOM