Programma
2024

17 Giugno
Lunedì 17-06-2024
ore 00:00
Palazzo Gradari

Il mio film

Michelangelo Mercuri, Mirko Bonezzi

N.A.I.P. SONORIZZA LA FREGATURA

Italia 2024 , 45'

 

N.A.I.P.  

presenta  

LA FREGATURA (2024) di N.A.I.P. e Mirko Bonezzi  

Sonorizzato da N.A.I.P.  

La fregatura è il titolo del mediometraggio inedito scritto e prodotto appositamente per il festival del cinema di Pesaro 2024 da Michelangelo Mercuri (N.A.I.P.) e Mirko Bonezzi. L’opera attraversa le varie stagioni della vita che accomunano ogni essere vivente, come la solitudine, l’amicizia, l’amore, il caos fino ad arrivare all’epilogo, non visto però come una mesta o gravosa conclusione, ma come una sorta di fregatura che è essa stessa una regola del gioco. La fregatura si palesa sotto forma di ghigno, che è lo stesso ghigno con il quale gli esseri viventi si mascherano illudendosi che la fregatura non arrivi mai. I suoni come una voce narrante raccontano l’immagine, l’energia e le fasi emotive di ogni parte della storia. 

   

MILENA GIERKE crediti Martin Schoeller

 

N.A.I.P. Dopo una lunga esperienza con la band i Dissidio, formazione rock sperimentale lametina e una intensa attività live nei circuiti underground, nel 2019 esordisce con il suo primo lavoro solista dal titolo “Nessun disco in particolare”. Conosciuto dal grande pubblico per l’edizione 2020 di X-Factor dove si è classificato quarto. Nel 2021 sonorizza con “Concerto Muto” sonorizza per la Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro una selezione di corti d’avanguardia del primo novecento. Nel 2023 pubblica un EP chiamato “Dovrei dire la mia”.  

Mirko Bonezzi è un regista di videoclip indipendenti che ha studiato alla Scuola Organica di Cinematografia “Rosencrantz & Guildenstern” di Bologna e vincitore della sezione giovani del “Reggio Film Festival” nel 2021 e 2022.  

 


10 anni di Muro nudo e puro, di programmazione selvaggia e ragionata, di proposte illustri e irrinunciabili. Uno spazio di sperimentazione nato in embrione nel 2015. Ma poi al Muro si sono avvinghiate immagini come edera in primavera, e i suoni si sono liberati come in sentieri notturni illuminati da lucciole impazzite. Fino a diventare un appuntamento imprescindibile seppur mutante e mutevole. I sensi vengono liberati in uno spazio in cui vengono riscattate suggestioni, nutriti da sguardi trepidanti, foraggiati da immaginari preziosi. Inedite anteprime psico-temporali, esperienze uniche che tra improvvisazioni, sincronizzazioni chirurgiche e sperimentazioni emozionali hanno sublimato l'irreale per farne... una realtà. Palazzo Gradari, il tempio dell'immaginifico. Le 5 tappe, tra luce e abisso, nel 2024 danno voce a esperienze estemporanee originali e per questo assolute. Superato il crepuscolo “2015-2024” il Muro del Suono è pronto a spiccare il volo.

Anthony Ettorre

 

Abbiamo guardato negli occhi questi 10 anni passati a proiettare immagini sul Muro di Palazzo Gradari. Abbiamo accarezzato il profilo di musiciste e musicisti, intrecciati a registi del passato e del presente, fra le mosse ragionate di attori e attrici o immersi in immagini pure e libere da ogni storia. Abbiamo messo in fila tutti i nostri desideri. E sono uscite queste 5 serate, fatte di 5 sonorizzazioni inedite, diversi incontri inaspettati, animali, calciatori, bamboline. Il filo conduttore, da non toccare a mani nude, è probabilmente la dolce dissoluzione dell'identità, quando diventa troppo rigida e ci rende spigolosi e feroci. Probabilmente è anche la voglia di parlare sul serio del gioco e del giocare, liberandoci dalla banalità fascista che sia «roba per bambini e bambine». Attendiamo analisi critiche. Non vogliamo smettere mai.

Vittorio Ondedei

 

Il “Muro del Suono” ha rovesciato il significato che questo oggetto, solido e verticale, il muro, porti con sé l’idea di bloccare, filtrare, respingere, separare, difendere, chiudere.
Le immagini e i suoni che negli anni sono stati riprodotti su quella superficie hanno fatto sì che quel muro si sgretolasse e che fosse abbattuto, ogni volta.
Il miracolo si ripete puntualmente con lo stesso entusiasmo e con lo stesso desiderio.
Il muro diventa liquido e noi possiamo oltrepassarlo. Al di là di esso c’è l’infinito. A Palazzo Gradari la funzione divisiva del muro non ha avuto modo di esistere. Mai.

Giuliano Antinori

 


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