Alla presenza della regista
La lingua, e non il linguaggio degli uccelli: non solo “la lingua” rinvia a un vocabolario esoterico, ma presuppone un insieme codificato di regole fino a giungere a un senso della poesia e della musica. Anche il film, in cui una voce ricostruisce dal futuro la vita prima della “sesta estinzione”, è strutturato in capitoli, con scene musicali, serie o buffe, e un’analisi delle virtù della traduzione e del desiderio di comunicazione fra esseri umani e volatili. «Il film è a sua volta fatto a incastri, mises-en-abimes, ri-filmato, proiettato, si sposta da uno schermo all'altro, come in una successione di correzioni che insistono sulla nostra difficoltà a toccare o raggiungere l'animale. Il principio di trasparenza e di sovrimpressione è forse legato al ruolo dei documenti. L'uccello è diventato archivio». (Érik Bullot)
Érik Bullot è regista e teorico, avendo non solo diretto diversi film sul crinale fra documentario e cinema sperimentale, ma anche pubblicato i libri Cinéma Roussel (2021) e L’Attrait des ventriloques (2022). I suoi lavori sono stati presentati in diversi festival e musei. Insegna cinema alla École nationale supérieure d’art di Bourges.
Narratrice : Florence Delay
Conseiller artistique : Arnaud Deshayes
Assistant à la réalisation : Dorian Degoutte
Image : Eva Sehet
Suono : Térence meunierMontage : Agnès Bruckert
Montage son et mixage : Mikaël Barre
Étalonnage : Julia Mingo
Production: BALDANDERS FILMS Elsa Minisini, Elisabeth Pawlowski, Mathias Bourrissoux.
TUTTE LE PROIEZIONI SONO GRATUITE
