BLACKOUT
Francia 2024, 7'50"
Ho scelto la parola Blackout come titolo unico [per “Fluids“, "In Tinseltown“ e "Background Check”] perché significa o troppo o nulla: un vuoto di memoria, uno svenimento, un’interruzione dell’elettricità, un crollo della borsa ecc. Pare derivi dal mondo del teatro, con riferimento a uno spegnimento improvviso dei riflettori con effetto drammaturgico oppure semplicemente per allestire una scena o cambiare la scenografia. Non dovrebbe sorprendere che successivamente sia stato utilizzato negli spazi assegnati ai cosiddetti “Lichtspiele” (i film). Nei miei blackout si intravvedono comunque dei gatti che si contorcono, topi che sputano e Marilyn che guarda giù dal cielo stellato. In inglese [e in italiano, N.d.C.] si parla di eventi che occupano spazio (aver luogo), ma che cosa succede quando lo spazio non è un luogo, per così dire, ma uno spazio vuoto? Un buco nero. (Martin Arnold)
Nato nel 1959 in Austria, Martin Arnold è un cineasta e artista che si è fatto apprezzare a livello internazionale per una serie di film in 16mm, tra cui pièce touchée (1989), passage á l'acte (1993) e Alone. Life Wastes Andy Hardy (1998), tra gli altri. I film di Martin sono stati proiettati in numerosi festival cinematografici e cineteche internazionali (tra cui il Centre Georges Pompidou, la Cinèmathéque Royale/Bruxelles, la Tate Modern e il National Film Theatre/Londra, il MoMa/New York) e in diversi musei.
TUTTE LE PROIEZIONI SONO GRATUITE